A scuola è in arrivo il RAV

Nell’ambito scolastico fino ad ora si è parlato molto di valutazione, quasi sempre riferita alle performances degli studenti, valutazione formativa e sommativa, giudizi, voti fino ad arrivare al top degli scrutini e degli esiti di fine anno. Fra polemiche più o meno sostenibili e condivisibili  il sistema scolastico italiano si è dato anche l’obiettivo di una valutazione globale del sistema stesso attraverso l’Invalsi, analisi a livello internazionale sono state condotte con le prove OCSE. PISA dove negli ultimi tempi abbiamo registrato anche qualche miglioramento. L’autovalutazione, pur raccomandata e praticata a livello individuale da parte dello studente e di istituto (Progetto Vales), non ha grande successo. Il MIUR  con Circolare n. 47 del 21 ottobre 2014, a sottolineare l’importanza dell’avvio del sistema nazionale di valutazione in materia d’istruzione e formazione che dovrebbe accompagnare la Scuola italiana verso traguardi di ampia autonomia didattica ed organizzativa, propone e sostiene  con diverse azioni il RAPPORTO NAZIONALE di AUTOVALUTAVIONE (RAV).  L’iniziativa “non consiste  in una  mera valutazione di quanto operato, ma rappresenta un processo interattivo, che consente alla Scuola nella sua interezza (studenti, docenti, dirigenti scolastici, famiglie e territorio) di orientare le proprie scelte in modo mirato ed efficace, nella consapevolezza di offrire un servizio sociale ed educativo prioritario ed essenziale per il Paese, che getti le basi per la formazione delle future generazioni” Entro la prossima estate gli istituti scolastici sono tenute a produrre il primo RAV) dopo aver preso in considerazione tre dimensioni: il contesto e le risorse, gli esiti, i processi suddivisi in Pratiche educative e didattiche e Pratiche gestionali e organizzative. Entro la fine di febbraio le scuole compileranno un questionario i cui dati saranno elaborati dall’INVALSI per essere utilizzati nel rapporto di autovalutazione la cui pubblicazione avverrà a luglio. È evidente la necessità di un coinvolgimento ampio di docenti, studenti e famiglie attraverso questionari e degli  organi collegiali. L’inserimento dati non deve essere vissuto solo come un fatto burocratico, ma come un’occasione di analisi da condividere in una prospettiva di miglioramento.  “Si tratta di una grande opportunità, non c’è il timore di classifiche o penalità previste in altri sistemi europei, è un servizio per la scuola per conoscersi meglio e migliorarsi, operazione condivisa per trovare punti di forza e di debolezza” così rassicura  l’ispettore A. Militerno di fronte ad un’ampia platea di dirigenti e docenti referenti riuniti in Alessandria per il primo incontro a livello regionale. L’impegno richiesto è notevole, in termini di tempo e di dispendio di energie: le risorse umane della scuola sono poche e quelle economiche sono meno ancora. Per un coinvolgimento ampio occorrono molte energie: le scuole sapranno ancora una volta attivarsi in modo adeguato per riflettere su se stesse e darsi obiettivi di miglioramento? Le scuole (quasi tutte) si cimenteranno in questo nuovo impegno, tentando il coinvolgimento più ampio possibile, nell’elaborazione e nella condivisione dei risultati, ma vorrebbero avere la garanzia di essere maggiormente ascoltate a fronte di richieste più che legittime : strutture sicure e confortevoli, risorse adeguate per affrontare le sfide tecnologiche, personale adeguato alle esigenze . Va bene fare analisi, autocritica, individuare punti di forza e di debolezza, ma la scuola deve essere maggiormente ascoltata, valorizzata, deve essere considerata un investimento e non solo un costo. Non dimentichiamo che accanto a questi impegni necessari e condivisi, il primo impegno della scuola è istruire ed educare e che ogni azione portata avanti dalla scuola deve servire per migliorare apprendimento ed insegnamento. “Una Buona Scuola passa obbligatoriamente attraverso la capacità di valorizzare i propri punti di forza, e di considerare le criticità quali segnali di ciò che già in autonomia è possibile migliorare”: ed è quanto le scuole stanno facendo per poter adempiere alla loro mission.

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