Gli alunni della scuola secondaria di primo grado incontrano l’agente Marco Maggio (Polizia Municipale di Ovada) per sviluppare competenze sociali e civiche

Perché alcune regole sono accettate e ritenute valide in ogni parte del mondo, mentre altre caratterizzano soltanto uno Stato? Inoltre, perché negli ambienti della nostra vita quotidiana possiamo compiere un’azione, mentre un’altra no? La paura della sanzione o la scelta passiva di “obbedire alle regole” senza comprenderle e contestualizzarle non possono essere motivazioni soddisfacenti, soprattutto se intendiamo essere cittadini responsabili e consapevoli. Infatti, in una regola che ci impone un comportamento vietandone un altro c’è sicuramente qualcosa di più: ad esempio l’idea che la nostra libertà finisce dove inizia quella dell’altro, ma anche il principio del rispetto reciproco, che si pone alla base della vita associata nelle piccole come nelle grandi comunità.

A guidare i ragazzi della scuola secondaria di primo grado in questo percorso di scoperta e di riflessione sulle cause che spiegano l’esistenza e la bontà delle regole è stato invitato Marco Maggio, agente della Polizia Municipale di Ovada, in occasione del primo degli incontri programmati nell’ambito del progetto “Sicurezza stradale, Cittadinanza e Costituzione”, tenutosi presso l’Istituto “Santa Caterina-Madri Pie” il 25 Marzo 2014. Con una coinvolgente lezione dialogata ancorata all’esperienza quotidiana degli alunni e alla storia contemporanea, il “docente in divisa” ha suggerito una serie di considerazioni sui processi che determinano la formazione ed il rinnovo delle norme, orientando l’attenzione sul peso che la storia e la cultura di una comunità umana esercitano in questo importante frangente della vita associata. Le considerazioni proposte, inerenti a svariati ambiti della società moderna (norme di circolazione, ruolo della donna, sanzioni sulla strada, ecc…) ma anche ad alcuni principi antichi e condivisi universalmente, nonostante le diverse applicazioni (pensiamo al principio/comandamento “non uccidere” e alle differenti norme a cui ha dato adito, anche in Italia), hanno condotto i ragazzi ad una conclusione: nessuna buona regola nasce senza radici e come imposizione fine a se stessa. Ogni regola scaturisce dalla storia di una comunità e può cambiare nel tempo per adattarsi alla cultura che muta per effetto di diversi fattori (basti pensare all’incidenza della globalizzazione sulla recente ridefinizione delle consuetudini locali); questo si verifica perché ogni norma tende a realizzare la felicità del singolo, la sua integrazione serena nella società umana e contestualmente il bene della comunità a cui egli appartiene; affermazioni, queste, decisamente persuasive, che ci motivano a promuovere competenze sociali e civiche per agire ogni giorno da buoni cittadini, non solo italiani ma anche europei.

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