“Dio a modo mio. Giovani e fede”

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Venerdi 25 novembre l’Istituto Santa Caterina Madri Pie, in occasione del giorno dedicato alla memoria di questa grande santa di Alessandria d’Egitto, martire dei primi secoli, ha voluto radunare tutti gli studenti e i docenti della secondaria di primo e di secondo grado per un momento di festa e nel medesimo tempo di riflessione.

Dopo un caloroso e sentito saluto rivolto alle classi dalla Dirigente e da Madre Carla Ballarati e un momento di preghiera preparato e guidato dal Parroco Don Giorgio, i ragazzi hanno voluto ricordare in primis e sottolineare anche con la proiezione di un video, la concomitanza della loro festa con la giornata voluta dall’ONU contro la violenza sulla donna.

Il tema: “Dio a modo mio. Giovani e fede” è stato poi il filo conduttore di un interrogarsi da parte dei ragazzi su cosa può voler dire oggi un decidersi concreto per un “Sì” che dia volto alla fede, il loro volto, quello che si va formando proprio in questi anni in cui si preparano ad essere i nuovi adulti. Anche i momenti musicali svolti hanno ben richiamato i messaggi lanciati dalle varie presentazioni, drammatizzazioni, video e testimonianze che si sono succedute.15109554_562733487253541_2387176721294376860_n

Un’allieva di terza liceo ricordava le parole di Papa Francesco ascoltate a Roma durante il Giubileo dei Ragazzi e si è fatta portavoce dell’invito: «Carissimi ragazzi e ragazze, vi vorrei chiamare uno a uno, vi vorrei chiamare per nome, come fa Gesù ogni giorno, perché lo sapete bene che i vostri nomi sono scritti in cielo, sono scolpiti nel Cuore del Padre che è il Cuore Misericordioso da cui nasce ogni riconciliazione e ogni dolcezza».

Una ragazza di quarta liceo invece, raccontando la sua esperienza a Cracovia durante la Giornata Mondiale della gioventù, a corollario del video stupendo preparato insieme ai compagni, scrive: “Guardarsi attorno e vedere 4 milioni di persone da tutto il mondo venute lì per un unico motivo: Gesù. E allora è in quel momento che pensi: “Qualcosa però ci deve essere! Qualcosa che unisce, qualcosa che ci fa sperare, qualcosa che ci accompagna sempre e comunque”. Essere cristiano non significa essere un secchione in religione. Essere cristiano significa ricordarsi che quel Qualcuno sopra le nostre teste c’è, e se noi abbiamo bisogno di lui possiamo farci avanti, senza aver timore di essere giudicati”.

Santa Caterina, spiegava Madre Flavia Macciò, può ancora oggi vivere e raggiungere i “nuovi falsi sapienti” con la semplicità e l’autenticità di una testimonianza di vita che sa ascoltare la Parola di Dio, sa volgersi verso Cristo, si lascia incontrare da Lui e accoglie il suo dono.

La presenza delle Madri Pie in Ovada nell’Istituto Santa Caterina, ma non solo, è un seme perché questo dono si diffonda anche soprattutto là ove la scuola e la formazione hanno bisogno di un nostro sostegno concreto. Il giovane di quinta liceo che ha vissuto un mese dell’estate appena trascorsa presso le missioni delle Madri Pie in Perù ci raccontava di come anche solo semplicemente esserci  sia per quei bambini un motivo di gioia e di crescita .pubblicazione1

Concludo chiedendo in prestito le parole ad una ragazza di terza secondaria di primo grado che così si è rivolta a tutti durante la piccola drammatizzazione preparata dalla classe: “Insieme si raggiungono i traguardi più importanti. Fede significa fiducia. Il bene si può trovare in ogni cuore. Sia  quello del tuo vicino di casa, del compagno di classe che ti sta un po’ antipatico e del signore che chiede la carità. Non si stima una persona per quello che ha ma per quello che è dentro. A noi si possono unire tutti coloro che hanno deciso di cambiare qualcosa nella loro vita, le persone che hanno trovato o ritrovato la fede, più siamo meglio è! Noi crediamo in Gesù. Pensate che Gesù stesse tutto il giorno sul divano? Se nemmeno Lui si fosse alzato noi non saremmo qui, non avremmo la fede, saremmo persi e il nostro cammino smarrito. Lui per primo ha lasciato la “divano felicità” e ci è venuto incontro, Lui ci ha illuminato il cammino”.

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