Scuola cattolica, lavoro in team: risposte significative all'urgenza educativa

Mercoledì 27 aprile, presso l’Istituto Santa Caterina delle Madri Pie in Ovada, si è tenuto per tutti i docenti l’incontro di formazione spirituale guidato da Suor Dorina Zanoni dell’Istituto Suore della Santa Croce. Presenti anche 12 docenti del Santo Spirito di Acqui Terme. Tema dell’incontro è stato il seguente: “Scuola cattolica, lavoro in team: risposte significative all’urgenza educativa”.

La relazione, intervallata da alcuni video, ha preso in considerazione i seguenti tre quadri così sintetizzati dalla relatrice:

  1. L’emergenza educativa: un problema, una prospettiva;
  2. Un’identità da non tradire: lo specifico della Scuola cattolica;
  3.   Non rinunciamo! Alla ricerca di risposte significative.

Parlare di emergenza educativa, faceva notare Sr. Dorina, significa spesso considerare situazioni complesse che mettono a dura prova il modo di essere e di educare del mondo adulto, fino a fargli toccare tutte le zone di inconsistenza. La scuola si trova per cui ad affrontare varie forme di disagio nei ragazzi e bambini che vi accedono. Spesso nell’ambito educativo si ha  a che fare con realtà che sembrano prive di fondamenta solide: tutto scorre… sembra di non riuscire a trovare un punto di appoggio su cui far leva (motivazioni interiori?…famiglia? mondo virtuale?)

Oltre tutto nella poliedrica e infinita proposta di stimoli, ogni ambiente educativo sottoscrive il proprio modo di vedere le cose e i valori, per cui il ragazzo a casa trova un certo stile educativo…a scuola uno completamente diverso…in oratorio altro…in internet tutto e di più…Quanto è proposto in un ambiente può essere messo in discussione o distrutto dall’altro…

Nulla è perduto, incoraggiava la relatrice, sottolineando come il problema possa diventare esso stesso un invito a cambiare prospettiva, a comprendere che non è più possibile affrontare le cose allo stesso modo.  Prendendo spunto poi dalle parole e dagli inviti di papa Francesco ella ha evidenziato quattro tratti dell’identità della Scuola cattolica da prendere in considerazione al fine, di fronte all’emergenza educativa, di passare dal problema alla prospettiva.

Lo stile chiesto da papa Francesco ad una Scuola Cattolica

  1. a) ha il sapore dell’umano e ciò significa che la Scuola cattolica ha come prima missione creare un ambiente ricco di umanità ricca di quei valori che fanno crescere un uomo;
  2. b) apre alla trascendenza affinchè ogni ragazzo si conosca nell’infinito valore della sua esistenza amata e scelta per un sogno di comunione con l’Altro che abbraccia uomo e Dio;
  3. c) usa un linguaggio completo valorizzando anche l’educazione informale, quegli spazi che raggiungono non solo la testa di un ragazzo ma tutte le sue dimensioni;
  4. d) è comunitario/cattolico, perciò universale, in cui tutti si riconoscono. Questo significa che una scuola non è cattolica perché insegna religione e comunica valori cristiani attraverso le varie discipline, ma è cattolica nella misura in cui abbraccia un ideale comune in cui tutti si riconoscono, accoglie tutti senza far sentire emarginato nessuno…Nella Scuola cattolica ogni ragazzo dovrebbe trovare un mondo che cerca di creare un clima di comunità.

Accettare la sfida di far sempre più proprio questo stile educativo non è certamente facile, emergono tuttavia interessanti priorità che sono racchiuse e già anticipate nel titolo dato all’incontro ovvero: Imparare a lavorare come team educativo di docenti.

La primissima risposta all’urgenza educativa è saper creare una comunità educativa, un buon Team di lavoro, che è il luogo formativo per eccellenza delle persone che si rivolgono alla scuola per essere educate, ma perché un team abbia un peso significativo di fronte all’emergenza educativa è importante che si delinei soprattutto nei suoi due requisiti fondamentali: “l’essere con”- “l’essere per”.

“L’essere con”: nessun docente è un’isola; si educa insieme. Più c’è un sentire comune a livello di riflessione, condivisione, impegno, stima, confronto, più gli interventi educativi diventano efficaci. Si recupera quella “coerenza educativa” che la società e la famiglia di oggi non sembra più garantire in tante situazioni.

“L’essere per”: il fine del team è “la persona da educare”; si parte dalla situazione del ragazzo per aiutarlo ad essere persona con quello stile educativo che per carisma la Scuola a cui si appartiene ha cercato di promuovere.  Insieme per il bene dei ragazzi laddove si stabilisca soprattutto un nuovo patto tra la scuola e la famiglia: un patto non più fondato, come un tempo, sulla soggezione della famiglia all’autorità della scuola, ma basato su una reciprocità e una solidarietà frutto di un corresponsabile impegno, fatto anche del confronto tra le diverse culture educative.

Alla relazione è poi seguito un breve lavoro di gruppo che ha permesso ai docenti di riflettere sui suoi punti centrali e di condividere con i colleghi obiettivi, difficoltà, proposte e suggerimenti.

Ci piace concludere con lo slogan proposto da Sr. Dorina a cappello del suo prezioso intervento: la qualità fa la differenza: “la Scuola cattolica ha una grande responsabilità nei confronti dell’emergenza educativa e la sfida più grande di oggi non è il riuscire ad ogni costo ma è il “coraggio di rimanere” là dove tanti se ne vanno o sono assenti…E se ci pensiamo “il rimanere” è il verbo dell’amore…Si rimane là dove si ama…dove al di là delle fatiche si crede che è stato un dono “l’essere stato accanto”… E chi rimane….porta sempre frutto….fa la differenza….insegna l’eccellenza”.

Paola Magnone (docente presso istituto S. Caterina)

I commenti sono chiusi.